Benvenuti su pnei-it.com !

Benvenuti su pnei-it.com ! - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia
Questo sito nasce dall’esigenza di fornire informazioni su di un settore scientifico in ampia espansione ed evoluzione: la psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI).

Dare una definizione univoca e completa di PNEI è molto difficile per via dei notevoli sviluppi che ha avuto dalle prime concettualizzazioni, risalenti all'inizio degli anni '80, fino ad oggi. Sviluppi con implicazioni non solo stricto sensu scientifiche ma anche antropologiche, filosofiche, teoretiche e religiose. 

Nel nostro sito ci proponiamo di divulgare i concetti base della disciplina senza trascurare un tema che ci sta particolarmente a cuore: una visione antropologica cristiana della vita. [continua...]
 
 
 
Se desideri conoscere di più sull'attività e i campi d'intervento del Dr. Stefano Mancini clicca QUI oppure chiedi una consulenza.
 
 
Introduzione a pnei-it.com
 

 
- Editorial - 
 
The Pitfall of Modern Clinical Research
 
by Stefano Mancini, MD, PhD Candidate
August 5th, 2014
 

Modern scientific research finds its basis on the scientific method developed by Galileo Galilei which includes precise fundamental methodological steps: 1) observation, 2) data collecting, 3) definition of a hypothesis, 4) hypothesis testing and its reproducibility, and finally, 5) validation or refusal of the tested hypothesis. Although in basic research this is actually the best option for investigating natural processes, on the contrary, with regard to research involving the humans is not the same thing. When we pass from the “matter” to the “human” we face with a substantial issue: what are we? Are we a mass of molecules? But why our molecules are able to express a consent? To say “yes” or “no”? Is there a receptorial mechanism that switches our material molecules to human molecules able to express a consent? And then, what kind of receptor is it? Activated by what? Interacting with what?

 

This is the pitfall of the scientific research involving human beings: when we propose a research study, interventional or not, to a group of persons we are going to select only those who are prone to be object of research, to be enrolled in our study. And what about the others? What about those who refuse the recruitment? Is not a bias? Then, how can we extend our results to the general population? Or to deliver to all the people a drug that has only been tested in consenting people?

 

First, in a correctly applied scientific method i should demonstrate that between the group of consenting people and the group of non-consenting people there is no difference, at least in the matter of what i go to investigate. So, every clinical study starts from an axiomatic, dogmatic, and untested hypothesis: between consenting and non-consenting persons there is no difference.

 

To date, this has been the best way in order to obtain good and reliable results from our scientific studies. We have sacrificed a little bit of scientific truth, and up to now the game was worth the candle. But is it right to go on along this way? Beyond evidence-based medicine (I would say evidence-based consenting patient medicine…), and its correlates (patient-oriented, patient-centered, and so on), is there a chance to develop a patient-derived olistic medical research? A Medicine in which clinical research has its basis in considering virtually all factors involved in human health, including subjective ones, like the expectation of the patient, the interpersonal relation among physicians and patients involved in the research, the personal attitudes of both, the capability of relationship, etc…?

 

How to develop a new scientific method suitable for research involving humans? Whether we have a spiritual view or not on the human beings, we can not anyway avoid to address this question, and try to find an answer to it.

  
 
Contact me at: manciobo@gmail.com


 
- - -
Ti piace il sito ? Vuoi aiutarci a migliorarlo ? Sostienici con un piccolo contributo !
Do you like this website? Help us with a donation !
 
 

 

Science 5 ottobre 2012

 

Numero monografico: misteri del cervello e depressione.

Synaptic Dysfunction in Depression

 

Perchè i disturbi mentali sono così difficili da comprendere e trattare? E perchè sappiamo ancora così poco su come funziona il cervello? Il presente numero di Science  è quasi interamente dedicato al problema del cervello e, nello specifico, alla depressione. Certamente ci sono alcuni ostacoli oggettivi e al momento non sormontabili che impediscono il progresso nella conoscenza del nostro cervello. Primo problema, a differenza degli altri organi, non è lecito fare biopsie sul cervello in corso di malattia se non su tessuto chiaramente patologico (esempio masse neoplastiche). Secondo, i modelli sperimentali animali sono spesso inadeguati: si pensi alla difficoltà di correlare sintomi depressivi nel topo con le varietà cliniche della depressione umana che comprendono non solo quadri chiaramente ipocinetici ma anche manifestazioni ansiose, sintomi fisici, paure, anedonia, sensi di colpa, mancanza di progettazione, povertà di ideazione, sentimenti autolesivi, e così via. Dimensioni quindi che coinvolgono inevitabilmente non il semplice organo cervello ma l'omeostasi psicofisica dell'individuo, spesso in un cortocircuito che porta ad un progressivo blocco della vitalità della persona.

 

Tuttavia, nuove prospettive in campo psicofarmacologico aprono anche a una maggior comprensione fisiopatologica: come illustrato sopra, un concetto chiave nella fisiologia neuronale è l'omeostasi sinaptica che caratterizza un tono dell'umore regolare. La destabilizzazione sinaptica, caratterizzata da una riduzione del numero di contatti sinaptici neuronali,  produce atrofia neuronale reversibile con riduzione di brain-derived neurotrophic factor (BDNF). I glucocorticoidi, ormoni chiave della risposta allo stress, riducono l'espressione di BDNF nell'ippocampo e nella corteccia prefrontale sia durante la neurogenesi in età precoce che nell'adulto. A livello molecolare, l'espressione di recettori per il glutamato A1 (GluA1) tende ad essere ridotta per effetto dell'aumento di attività della kinasi glicogeno sintasi 3 (GSK3) sotto lo stimolo della protein fosfatasi 1 (PP1). Il BDNF promuovendo la via di segnale Akt inibisce l'azione di GSK3 ristabilendo la corretta espressione di recettori per GluA1 e quindi la sinaptogenesi.

Complessità neuronale: Science 4 Novembre 2011

Complessità neuronale: Science 4 Novembre 2011 - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

La rete cerebrale umana è composta da mille miliardi di neuroni che sono in contatto tra di loro attraverso circa un milione di miliardi di sinapsi. Segnaliamo questo umero di Science per tutti coloro che vogliono conoscere ed approfondire l'attuale stato dell'arte su circuiti e plasticità cerebrale. Nella prima review, intitolata The Big and the Small: Challenges of Imaging the Brain’s Circuits, Lichtman e Denk espongono l'organizzazione cerebrale nella sua straordinaria complessità: si pensi che il sistema nervoso del piccolo nematode Caenorhabditis elegans possiede solo circa 300 neuroni ma ognuno di questi ha una forma e funzione unica. Anche nell'uomo la diversità dei tipi cellulari del sistema nervoso centrale (SNC) è estrema. Gli autori considerano poi l'attività elettrochimica dei neuroni così come le problematiche connesse alle enormi superfici date dai contatti interneuronali. Nella seconda review, The Cell Biology of Synaptic Plasticity, gli autori (Ho, Lee e Martin), considerano i meccanismi che entrano in gioco nel modellamento incessante che caratterizza l' SNC: meccanismi presinaptici e postsinaptici, espressione genica, regolazione trans-sinaptica e le relazioni intercorrenti tra glia e rimodellamento nervoso.
Questo numero ci offre anche altri articoli interessanti a cui accenniamo: Another reason to exercise Exercise and Genetic Rescue of SCA1 via the Transcriptional Repressor Capicua, dedicati agli effetti dell'attività fisica sulla prevenzione della neurodegenerazione; Synaptic Switch and Social Status e Bidirectional Control of Social Hierarchy by Synaptic Efficacy in Medial Prefrontal Cortex, dedicati agli effetti neurologici delle relazioni gerarchiche sociali. Questi ultimi studi sono condotti sui topi.


 

Processi redox e ritmi circadiani: Science 17 Agosto 2012

 

  Circadian Time Redoxed

In tutte le cellule viventi i processi di ossidazione e riduzione (processi redox) sono implicati nel mantenimento dell'omeostasi cellulare. Ciò avviene tramite complessi meccanismi regolatori ancora in gran parte da delucidare, coinvolgenti sia la regolazione dell'espressione genica sia le interazioni con l'ambiente (oggi si sta definendo il concetto di esosoma, exosome, comprendente tutti gli aspetti della vita escluso il genoma, genome). Nell' esosoma rientra anche la regolazione circadiana e sovracircadiana degli organismi viventi.

Il principale centro di regolazione dell'organismo, potremmo dire l'orologio biologico del nostro corpo, capace di connettere i cicli temporali esterni con quelli interni è costituito dal nucleo soprachiasmatico (SCN), ossia quella regione dell'ipotalamo che controlla i cicli interni di regolazione endocrina.

Nell'articolo di T.A. Wang e coll. intitolato "Circadian Rhythm of Redox State Regulates Excitability in Suprachiasmatic Nucleus Neurons" si mostra come l'orologio molecolare del nucleo soprachiasmatico è influenzato dallo stato redox attraverso la modulazione dell'attività elettrica neuronale. In altre parole, lo stato redox interviene nella regolazione dei ritmi circadiani affiancandosi ad altri meccanismi già noti quali la regolazione della trascrizione genica e della traduzione degli mRNA per produrre peptidi. Infatti, geni e proteine che sottendono al nostro orologio biologico vengono regolati da un circuito a feedback di trascrizione-traduzione genica (TTFL) che ha sede principalmente nell' SCN. Alla base di tale circuito c'è la capacità dei neuroni dell' SCN di generare un'attività elettrica ritmica che fa sì, ad esempio, che il metabolismo generale sia maggiore nello stato di veglia e minore in quello di riposo. L'attività elettrica varia per fattori non ancora interamente chiariti; sembra comunque implicato in maniera fondamentale lo stato di apertura e chiusura dei canali cellulari per il potassio di tali neuroni. Una aumentata permeabilità al potassio riduce l'eccitabilità neuronale negli stati di riposo.

A questo punto interviene l'importanza della ricerca di Wang: le concentrazioni di FAD e NAD, componenti principali dello stato redox cellulare, sono in grado di modulare l'attività ritmica endogena a livello dell' SCN. In particolare, durante il giorno lo stato "ridotto" incrementa l'eccitabilità neuronale bloccando l'apertura di alcuni canali neuronali per il potassio. 


 Il grande sistema metabolico dell'asse cervello-intestino: 


the brain-gut axis.

 

Cannabinoid signalling regulates inflammation and energy balance

In questa affascinante minireview Cluny et al. ci illustrano lo stato dell'arte su obesità, insulinoresistenza, recettori per gli endocannabinoidi, flora intestinale e stato infiammatorio. Proprio questi ultimi due fattori, ossia la flora intestinale (gut microbiota) e lo stato proinfiammatorio sembrano giocare un ruolo essenziale nello sviluppo di insulino-resistenza. I lipopolisaccaridi batterici (LPS) producono, in una barriera intestinale compromessa, un aumento dello stato infiammatorio dell'organismo, che a sua volta induce un incremento del tono endocannabinergico nel fegato, nel cervello e nel tessuto adiposo. Questo provoca uno stato di insulinoresistenza che a sua volta induce effetti proinfiammatori in un circolo vizioso che va a provocare ulteriore compromissione della barriera intestinale; questa è infatti in parte regolata dai recettori CB1. Clicca qui per il link all'articolo.

DNA waves and water

DNA waves and water - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Sebbene uscito un paio di anni fa, ci sembra utile proporre questo articolo di Luc Montagnier che cerca di indagare le relazioni tra DNA e induzione di onde elettromagnetiche a frequenza ultra-bassa in alcune diluizioni acquose.

 

In particolare viene proposta una teoria, basata a sua volta sulla teoria dei campi quantistici, che possa spiegare il particolare effetto di alcuni DNA batterici o virali di generare segnali elettromagnetici in soluzioni acquose estremamente diluite e dopo filtrazione delle stesse particelle di DNA. L'articolo è di notevole interesse sia per la ricerca in omeopatia sia per le notevoli implicazioni che potrebbe avere in diagnostica medica. Per accedere al full-text dell'articolo cliccate sull'immagine a fianco, accedete direttamente al sito della rivista: http://iopscience.iop.org/1742-6596/306/1/012007/cites

 

Ringraziamo il Dr. Ronny Cicola e la Dr.ssa Silvana Maccariello per la segnalazione del presente lavoro. 

 


 

Se il medico non vi guarda in faccia...

 

Predicting mortality from human faces

Curioso articolo fortemente orientato in senso PNEI: gli Autori considerano il viso delle persone e riscontrano che vi è una forte relazione con la mortalità, ossia con lo stato di salute, dei pazienti stessi. E' in effetti impossibile che un medico non consideri il volto del paziente. Passa magari nei suoi pensieri, con frasi del tipo "è proprio migliorato", "guarda come sembra invecchiato", "è più pieno rispetto all'altra volta, deve essere ingrassato", "il naso si è affilato, non mi annuncia nulla di buono", e così via... ma difficilmente la faccia può essere considerata un vero e proprio "parametro vitale".
 
Invece, questo articolo dimostra che la saggezza del medico di un tempo, molto più interessato al rapporto con il paziente che a prescrivere esami (...ma d'altronde spesso sono anche i pazienti stessi a richiederli senza voler sentire il parere del medico) non fallisce, almeno non di più di altri indici di salute.
 
Gli autori riscontrano infatti che l'età, così come la si può evincere guardando il viso della persona, è un robusto indicatore di mortalità oltre che dello stato di salute individuale e dello stato intellettivo. Clicca l'immagine per essere reindirizzato !

 

Support Wikipedia

 

 

IN PRIMO PIANO:

 - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Feed dalla letteratura

 

EDITORIALI

 

RECENTE LETTERATURA

 

Immunergic Neurotransmission

 

Filosofia PNEI

 

AFORISMI IN AGRODOLCE

 

Psicologia e Realismo

 

Sui Passi della Felicità

 

TESTI DI RIFERIMENTO

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Psychoneuroimmunology by Ader

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Testo di ampio respiro PNEI, curato da LA Wisneski e L Anderson.

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Psychoneuroimmunology by Schedlowski and Tewes

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Psychoneuroimmunology by Goodkin and Visser

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Psychoneuroendocrinology by Wolkowitz and Rothschild

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Psychoneuroendocrinology by Czerbska

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Psychoneuroimmunology: hypothesis and current research, by Sperner-Unterweger, Fleischhacker, Kaschka.

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Psychoneuroimmunology: a behavioral approach. By Singh, Shyam and Singh.

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Fundamentals of Psychoneuroimmunology by Song and Leonard

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Stress Science: Neuroendocrinology by Fink

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Study guide to Psychosomatic Medicine by Bourgeois, Hales and Shahrokh

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Human Psychoneuroimmunology by Kavita Vedhara and Michael Irwin

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

The link between Religion and Health - Psychoneuroimmunology and the Faith Factor by HG Koenig and HJ Cohen

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Mind-Body Medicine by Alan Watkins

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

The Handbook of Stress Science by R.J. Contrada and A. Baum

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Stress Management by W. Linden

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Handbook of Neuroendocrinology, First Ed, 2012, by Fink G., Pfaff D., Levine J.

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Nuova edizione del classico curato da HG Koenig.

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Seconda edizione del testo curato da JH Daruna.

TESTI DI RIFERIMENTO - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Recente testo curato da SC Segerstrom.

PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

The Wiley Blackwell Handbook of Psychoneuroimmunology, curato da AW Kusnecov e H Anisman.

PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Testo base curato da J.E. Blalock, pioniere della PNEI.

PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Autore R.C. Gaillard, forte impostazione sperimentale.

PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Sistema immunitario e tessuto nervoso: dalla fisiologia alla patologia.

PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

Stahl's Essential Psychopharmacology: Neuroscientific Basis and Practical Applications di Stephen M. Stahl, 2013

PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

The American Psychiatric Publishing Textbook of Psychopharmacology a cura di Alan F. Schatzberg, Charles B. Nemeroff